Partito da Avezzano dopo le foto rituali, il
plotone percorreva pigramente i primi chilometri del percorso. Poi, mentre il
gruppo procedeva compatto a circa 30 km/h, si avvantaggiava Bruno con il
classico atteggiamento di chi chiede il permesso di andare a salutare i parenti.
A questo punto, con atteggiamento sostanzialmente analogo, Marco usciva dal
gruppo, si portava su Bruno e a quel punto iniziava un forcing teso a guadagnare
quanto più possibile in vista dell’attacco della prima salita.
Anche Sandro,
alla costante ricerca della “giusta fuga bidone” cercava di unirsi ai due,
ma perdeva l’attimo giusto e veniva irrimediabilmente risucchiato nel gruppo
ormai ridestatosi. I due fuggitivi attraversavano come forsennati il piccolo
centro di Pescina ed attaccavano la prima salita della giornata. A questo punto
Bruno decideva di procedere con il suo passo, nella consapevolezza di aver
comunque acquisito un importante vantaggio sui suoi diretti rivali. Marco
insisteva ancora per alcuni km venendo raggiunto all’altezza di Ortona dei
Marsi da un gruppetto composto da VDB, Darione, Aldo, Danilo e Cosmo. Alcune
accelerazioni ottenevano come risultato il distacco di Danilo, ancora lontano
dalla condizione migliore. A questo punto l’andatura si faceva regolare e,
senza strappi, i cinque battistrada raggiungevano il paese di Bisegna. Qui, su
una rampetta in pavé, VDB e Darione cominciavano a “punzecchiarsi”
ottenendo come risultato di far fuori Marco e Cosmo mentre Aldo si accodava ai
due con una progressione imperiosa. Il ricompattamento avveniva subito dopo il
valico e, con una discesa regolare, i cinque raggiungevano Pescasseroli dove
sostavano per il rifornimento (VDB ne approfittava per risolvere alcuni curiosi
– almeno per un ciclista - inconvenienti sanitari).
La sosta dei cinque
consentiva a Danilo di transitare a Pescasseroli acquisendo un certo vantaggio.
Si ripartiva alla volta di Opi con una situazione che vedeva Danilo in fuga con
un paio di minuti di vantaggio su un gruppo composto da VDB, Darione, Marco,
Cosmo, Aldo, e il redivivo Bruno sempre più intenzionato ad approfittare del
treno dei primi per mettere quanti più minuti possibili tra se stesso e
Sabatino in vista della salita di passo Godi.
All’altezza di Opi Marco ripartiva e nessuno
mostrava di avere interesse ad agire da stopper, tantomeno Aldo, compagno di
tante battaglie. In pochi chilometri percorsi ventre a terra raggiungeva Danilo
che, in un impeto di altruismo gli offriva un paio di cambi prima di staccarsi
definitivamente. Il fuggitivo procedeva da solo raggiungendo Villetta Barrea con
circa 1’30” di vantaggio sul gruppetto trainato dal generosissimo Bruno e da
VDB che cominciava a fiutare il pericolo.
Sulle prime rampe della salita, rinfrancato
dall’intenso profumo delle resinose, Marco proseguiva nell’azione nata quasi
per caso ma alla quale era ormai necessario dare il giusto credito. Dietro, VDB
assumeva decisamente il comando delle operazioni. Si staccavano procedendo con
regolarità Bruno, ormai pago dei
risultati ottenuti, Danilo, esausto per i tanti km percorsi in solitaria e,
successivamente, Cosmo, atleta potente ma in difficoltà sulle lunghe ascese.
VDB procedeva ad andatura sostenuta (circa
20km/h) ma Aldo e Darione tenevano con facilità la sua ruota su una salita
decisamente “pedalabile”. Più avanti, concentrato nel suo sforzo solitario,
Marco cercava di conservare un ritmo regolare senza scendere sotto i 18 km/h. A
due terzi dell’ascesa cominciavano i primi, terribili dritti che offrivano
agli inseguitori la vista del fuggitivo. A circa 1km dal pianoro VDB si
produceva in una secca accelerazione che gli consentiva di “togliere di
ruota” i compagni. Con pedalate rabbiose si riportava su Marco che
incrementava l’andatura (circa 24km/h) per non offrire un bersaglio troppo
facile. Trecento metri sulla ruota del fuggitivo, giusto il tempo di rifiatare,
e VDB, impietoso, scattava ancora. Marco accennava una reazione, ma poi
accortosi della presenza di Darione che rinveniva prepotentemente 100 metri più
sotto, decideva di procedere regolare. I due, ormai ricompattati, trovavano
l’accordo e sul pianoro iniziavano l’inseguimento allo scatenato VDB. Più
sotto Aldo, maledicendo le pendenze troppo lievi per uno scalatore agile come
lui, desisteva dall’inseguire e procedeva con il suo passo. VDB transitava sul
passo con circa 20” sui due inseguitori spingendo, a detta di alcuni
osservatori “neutrali”, un rapporto impossibile.
Nella discesa verso Scanno, nell’immaginario
confuso dei due passisti che inseguivano si prefigurava un facile
ricongiungimento. E invece VDB si rivelava ottimo discesista (come ogni
scalatore dovrebbe essere!) e conservava una manciata di secondi di vantaggio
favorito, tra l’altro, dall’interposizione di alcuni motociclisti (stile
“easy rider”) che rallentavano sui tornanti l’esercizio acrobatico dei due
inseguitori.
A Scanno si presentavano nell’ordine: VDB,
Darione, Marco, Aldo, Cosmo, Bruno, Danilo e via via tutti gli altri con
distacchi anche piuttosto consistenti dettati sia dal gran caldo sia dalla
fisionomia – tiratissima - assunta fin dall’inizio dalla gara.
Epilogo
Bestemmioni ed improperi legati all’assenza del pullman all’arrivo rientravano prontamente dopo aver messo le gambe sotto il tavolo. Dopopranzo, tuttavia, la fatica si faceva sentire in forme decisamente anomale: Bruno, insieme ad altri sciagurati, si imbarcava su un pedalò e si esibiva in una impropria cronometro; Sandro si assopiva nudo e solitario su una triste panchina fronte lago; VDB, evidentemente il più scosso, faceva perdere le sue tracce nelle fitte faggete del monte Morsicano; Darione, come un autentico ottuagenario ricordava per l’ennesima volta di quando tentò di sollevare con tutta la bicicletta il minuscolo Moretti durante la Gran fondo di Civitavecchia.