SQUADRA
CORSE TEAM 2001
LA
CONDOTTA DI GARA
Il
ciclismo su strada viene spesso considerato dai profani uno sport individuale.
Si tratta di una concezione del tutto errata. Anche nel ciclismo, come ad
esempio nel basket, si può a pieno titolo parlare di “fondamentali
individuali” e di “fondamentali di squadra”. Il motivo è semplice ed è
riconducibile, in ultima analisi, al ruolo che nelle competizioni svolge
“l’effetto scia”, intorno al
quale un team ben affiatato può sviluppare sofisticate strategie collettive.
Questo vale naturalmente per le prove in linea o in circuito, mentre non si
applica alle competizioni individuali contro il tempo.
Si
riportano di seguito alcune indicazioni che gli atleti meno esperti possono non
avere sufficientemente interiorizzato e di cui è bene tengano conto nel momento
in cui si troveranno nella condizione di partecipare ad una competizione
agonistica.
NOZIONI
DI CARATTERE GENERALE
- Cercare,
per quanto possibile, di non “navigare” in fondo al gruppo (si
risente troppo dei rallentamenti e delle “ripartenze”, si rischia di
rimanere invischiati in cadute, non si riesce a “leggere” la corsa e
quindi risulta impossibile essere protagonisti sia in chiave difensiva che
in attacco)
- Condividere
con i compagni le strategie di corsa (non è detto che si riesca sempre a tenersi in contatto, tuttavia
questo consente di pianificare le azioni con maggiori possibilità di
successo)
- Cercare
di aiutare i compagni che hanno chanche di successo o di buon piazzamento
(nel Team 2001 non esistono capitani e gregari, tuttavia può accadere di
contribuire al successo o al buon piazzamento di un compagno: questo è
motivo di soddisfazione e testimonianza di “ uno spogliatoio che
“funziona”)
STRATEGIE
D’ATTACCO
- Quando
un compagno è in fuga evitare accuratamente di “tirare”
(non c’è niente di più sgradevole del sentirsi traditi dalla propria
squadra!)
- Quando
un compagno tenta la fuga, preoccuparsi di “fare il buco”
(non sempre riesce, ma in alcuni casi rallentare leggermente quando un
compagno scatta gli assicura quei metri di margine necessari per “andare
via”. Un’azione di questo tipo può essere concordata oppure può
avvenire spontaneamente grazie all’intuito ed alla generosità dei
singoli)
- Quando
si è in fuga insieme ad altri, evitare di “nascondersi” (è
un atteggiamento che procura solo “guai”. Meglio “girare”
regolarmente dando cambi più o meno lunghi a seconda delle proprie
condizioni)
- Attaccare
“a ripetizione” (andare in
fuga non vuol dire necessariamente pensare di andare all’arrivo. Si può
mettere in conto di far lavorare gli avversari mentre i compagni di squadra
restano al coperto risparmiando energie)
- Partire
in contropiede (è buona norma
evitare di attaccare quando il gruppo marcia regolarmente. Molti
risponderanno allo “scatto”. Meglio attendere che qualcuno venga ripreso
e partire quando gli inseguitori stanno tirando il fiato)
STRATEGIE
DI DIFESA
- Quando
è in corso una fuga, monitorare sempre le presenze in gruppo.
(Se sono presenti molte squadre non rappresentate nella fuga, può essere
opportuno lasciare agli altri il compito di “tirare”)
- Quando
è in corso una fuga con diversi atleti ma senza i propri compagni di
squadra al suo interno, cercare di “stimolare” l’andatura del gruppo (non
è detto che occorra tirare come forsennati: molto spesso basta “dare il
buon esempio”)
- Quando
è in corso una fuga composta da uno o pochi atleti e mancano molti
chilometri all’arrivo, cercare di lasciarli “a bagno maria”
(si stancheranno inutilmente e saranno avversari in meno nei finali di corsa
convulsi)
( Marco Baldi )
Team2001 Home page
|
privacy
|
informativa sui cookie |